Page 7 - kmu-magazin-no-2-2024-it
P. 7

In Svizzera la forbice si allarga: da un lato sia le piccole e medie imprese (PMI) sia i gruppi faticano sempre più a tro­ vare forza lavoro, dall’altro sempre più persone escono dalla vita lavorativa. Infortuni, malattie fisiche e sempre più spesso disturbi psichici impediscono loro di svolgere un’attività lavorativa regolare.
Negli ultimi anni in Svizzera in parte fino a 120’000 posti di lavoro sono risultati vacanti: un record registrato in passato solo per breve tempo dopo l’avvento del nuovo secolo e prima dell’introduzione della libera circolazione delle persone con l’Unione europea. Lo dimostrano
le cifre dell’Ufficio federale di statistica (UST). Pur essendo leggermente dimi­ nuito di recente a circa 114’000, diverse aziende continuano ad avere grandi problemi a trovare personale. A esserne interessati sono soprattutto i settori sanitario, IT, elettrotecnico e meccanico. Anche nel settore gastronomico, dell’e­ dilizia e dei rami accessori dell’edilizia, oltre che nel commercio al dettaglio, gli specialisti e le specialiste sono sempre più richiesti e richieste.
Beneficiari e beneficiarie di AI due volte più giovani
Sorprendente tanto quanto il numero
di professionisti richiesti e professioniste richieste è anche il numero di persone che si assentano dal lavoro per periodi prolungati o per sempre: nel 2023 20’100 persone hanno ricevuto per la prima volta una rendita dell’assicura­ zione per l’invalidità (AI). Secondo l’Uf­ ficio federale delle assicurazioni sociali, si tratta di 3’200 persone in più rispetto all’anno precedente, con un aumento di circa il 19 percento. Nella metà dei casi, la causa dell’incapacità di guadagno sono delle malattie psichiche. Partico­ larmente incisivo è l’aumento tra le per­ sone di età compresa tra i 18 e i 24 anni. In questo gruppo di età le nuove rendite sono aumentate del 30 percento. Com­ plessivamente, alla fine del 2023 in Svizzera 251’000 persone percepivano prestazioni dell’AI.
I beneficiari e le beneficiarie di AI non sono le uniche persone in Svizzera che escono dal mondo del lavoro. A queste si aggiungono le persone che perdono il diritto all’indennità di disoccupazione dopo un periodo di disoccupazione prolungato. La maggior parte di esse, dopo aver prosciugato il proprio patri­ monio, si affida all’assistenza sociale. Dalla statistica sull’assistenza sociale svizzera non emerge quante persone interessate svolgessero in passato un’attività lavorativa. Anche i bambini e i coniugi che non hanno mai lavorato
e i beneficiari e le beneficiarie di rendita che percepiscono prestazioni comple­ mentari rientrano in questo conteggio. Secondo le cifre attuali in Svizzera nel
2022 complessivamente 364’000 persone percepivano servizi dell’assi­
stenza sociale.
Michaela Christian Gartmann
Chief Human Resources Officer e membro della Direzione
Gli ostacoli per la rendita AI
sono alti
In Svizzera vi sono quindi centinaia
di migliaia di persone in età lavorativa che non lavorano. In molti casi è chiaro che un’attività lavorativa sia esclusa e gli ostacoli per la concessione di una rendita AI sono elevati. Vi sono tuttavia anche molte persone che lavorereb­ bero volentieri e, con il giusto supporto, potrebbero realisticamente rientrare nel mondo del lavoro. Anche se non neces­ sariamente svolgendo il lavoro di prima.
In questo Zurich si adopera nell’ambito delle attività di Corporate Responsibility. «Essendo uno dei principali datori di la­ voro in Svizzera, ci sta particolarmente a cuore implementare la nostra responsa­ bilità sociale», spiega Michaela Christian Gartmann, Chief Human Resources Offi­ cer presso Zurich Svizzera. Ecco perché con partnership sostenibili e iniziative ci impegniamo a favore della società.»
Offerte per l’integrazione
e la reintegrazione
Zurich prende molto seriamente la responsabilità sociale nella sua veste di datrice di lavoro moderna. Per tradizione consente la formazione e l’ingresso
nel mondo del lavoro nelle molteplici professioni del ramo assicurativo me­ diante diversi programmi. Propone inol­ tre varie offerte per l’integrazione e la reintegrazione di persone con accesso difficile al mercato del lavoro. «In questo modo diamo un contributo importante alla giustizia sociale e aumentiamo con­ temporaneamente anche la diversità all’interno della nostra azienda», afferma Michaela Christian Gartmann, sottoline­ ando: «Infatti, solo se ci impegniamo pos­ siamo entusiasmare la nostra clientela
e i nostri e le nostre partner. E solo se mostriamo la loro stessa varietà, possiamo andare incontro alle loro esigenze».
REINTEGRAZIONE
  di Zurich Svizzera.
7










































































   5   6   7   8   9